E’ la gemma della vitienologia friulana. Lo si vuole già noto ed apprezzato nell’antica Roma, anche se il momento di maggior fulgore fu probabilmente verso la fine del ‘700 quando il Conte Fabio Asquini ne esportò in tutta Europa il ragguardevole numero di oltre 100.000 bottiglie che finirono sulle mense principesche di Londra, Parigi, Amsterdam, della Russia ed in molte città della Germania. Fu anche fornito alle corti Imperiali ed a quella Papale.
La sua peculiarità come vino è legata ad una congenita anomalia: l’aborto floreale, che non permette a tutti i fiori di essere fecondati. Dai pochi acini giunti a maturazione si ottiene così un vino unico e raro… vino dei Re, Re dei vini